mercoledì 17 dicembre 2008

La strage degli innocenti

Esattamente una settimana fa, tutti i 1700 agnelli e pecore presenti nel raggio di pochi chilometri dall'Ilva di Taranto, sono stati abbattuti perche' ripieni di diossina. Solo pascolando sui prati carichi di veleno, hanno accumulato piu' diossina addosso che se qualcuno gliela avesse iniettata. Appena si e' sparsa la notizia, l'Ilva ha emesso un comunicato stampa nel quale diffida chiunque da collegare questa strage degli innocenti all'Ilva stessa. Ovviamente noi che abbiamo un cervello per pensare e non ci facciamo prendere per il didietro, sappiamo invece che questa strage ha un solo nome e cognome: l'Ilva di Taranto. L'Ilva di
Taranto produce il 90,3% di tutta la diossina che viene emessa in Italia.
E basta un miliardesimo di grammo di diossina per generare un tumore. Il governo con il decreto 152 del 2006, consente all'Ilva di Taranto di produrre centomila volta piu' diossina di qualsiasi inceneritore e questi sono i risultati. Un aumento vertiginoso delle neoplasie nella provincia di Taranto, inquinamento di frutta, verdura, animali, colture nel raggio di diversi chilometri dallo stabilimento di proprieta' della famiglia Riva.

Nell'acqua che si beve a Taranto c'e' diossina.
Nell'aria che si respira a Taranto c'e' diossina.
Nel latte materno delle madri tarantine c'e' diossina.

Quando il vento soffia da nord, il quartiere Tamburi che sorge sotto l'Ilva diventa rosso scuro della polvere emessa dalle ciminiere dell'Ilva. Le auto, i balconi, le piante, i marciapiedi, tutto appare di color rosso mattone, il colore del veleno che avvelena questa citta' e le campagne
circostanti. Per conservare le migliaia di posti di lavoro in questa citta' avara di opportunita' di lavoro regolare, i tarantini accettano questo ricatto della famiglia Riva, rischiare la vita prendendo un tumore oppure chiusura dello stabilimento. E la vita la rischiano ogni giorno anche i lavoratori dell'Ilva con un altissimo tasso di incidenti mortali
sul lavoro dovuto al clima di vessazione a cui sono sottoposti. Pochi giorni fa sono state proclamate 24 ore di sciopero per l'ennesimo operaio morto precipitato dalle impalcature.

Una vera strage degli innocenti nella civile Italia, nella civilissima Europa dell'anno di grazia 2008.


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4 commenti:

BC. Bruno Carioli ha detto...

Si muore di lavoro, non è sopportabile.

Enzo Patronelli ha detto...

No, Bruno. A Taranto si muore anche solo respirando.

Anonimo ha detto...

Ciao, ho visto solo ora il messaggio con l'annuncio del "trasloco" e sono venuto a trovarti qui (sono stato un po' latitante....). Ora ti linko, poi vengo a leggere con calma
ps. Auguri

Lube

Enzo Patronelli ha detto...

Grazie lube ed a presto.