L'articolo 51 del codice di procedura prevede che il giudice è obbligato all'istituto dell'astensione "se egli stesso o la moglie è parente... o è commensale abituale di una delle parti o di alcuno dei difensori".
Questo vale per un giudice civile ed a maggior ragione dovrebbe valere per due toghe, Luigi Mazzella e di Paolo Maria Napolitano, che dovrebbero rappresentare la piu' alta istituzione della giustizia.
Invece questi due non contenti di aver gettato fango sulla credibilita' della corte costituzionale andando a cena con papi, il presidente della commissione affari costituzionali del senato carlo vizzini ed il suo burrattino alfano (Che combinazione! Giusto tutti quelli coinvolti nel lodo alfano!) trovano anche il coraggio di spernacchiare gli italiani "A casa mia invito chi voglio, Silvio lo invitero' ancora."
Il dovere di ogni buon giudice, non e' solo quello di giudicare con totale imparzialita', ma deve anche apparire tale in ogni suo atto.
E andare a cena con simili compagni di merende, quando la corte di cui fanno parte deve decidere sulla costituzionalita' del lodo alfano che rende papi immune alla giustizia italiana, non e' un atto imparziale e nemmeno di buon senso.
E quando soprattutto Di Pietro, che il Pd ha paura dell'aria che respira, lo fa notare ecco la lettera di mazzella che si puo' riassumere cosi': "A casa mia invito chi voglio. Noi siamo noi. E voi non siete un cazzo."
Il presidente della repubblica napolitano, che invece di prendere a calci nel sedere questa gentaglia forte della costituzione, continua a troncare e sopire, a raccomandare calma e moderazione, non fa che favorire questa barbarie giuridica e civile, ricorda molto il clima prima del ventennio fascista, con l'opposizione, il governo ed il re sciaboletta deboli ed apatiche figure che permisero l'arrivo della dittatura fascista.
Questo vale per un giudice civile ed a maggior ragione dovrebbe valere per due toghe, Luigi Mazzella e di Paolo Maria Napolitano, che dovrebbero rappresentare la piu' alta istituzione della giustizia.
Invece questi due non contenti di aver gettato fango sulla credibilita' della corte costituzionale andando a cena con papi, il presidente della commissione affari costituzionali del senato carlo vizzini ed il suo burrattino alfano (Che combinazione! Giusto tutti quelli coinvolti nel lodo alfano!) trovano anche il coraggio di spernacchiare gli italiani "A casa mia invito chi voglio, Silvio lo invitero' ancora."
Il dovere di ogni buon giudice, non e' solo quello di giudicare con totale imparzialita', ma deve anche apparire tale in ogni suo atto.
E andare a cena con simili compagni di merende, quando la corte di cui fanno parte deve decidere sulla costituzionalita' del lodo alfano che rende papi immune alla giustizia italiana, non e' un atto imparziale e nemmeno di buon senso.
E quando soprattutto Di Pietro, che il Pd ha paura dell'aria che respira, lo fa notare ecco la lettera di mazzella che si puo' riassumere cosi': "A casa mia invito chi voglio. Noi siamo noi. E voi non siete un cazzo."
Il presidente della repubblica napolitano, che invece di prendere a calci nel sedere questa gentaglia forte della costituzione, continua a troncare e sopire, a raccomandare calma e moderazione, non fa che favorire questa barbarie giuridica e civile, ricorda molto il clima prima del ventennio fascista, con l'opposizione, il governo ed il re sciaboletta deboli ed apatiche figure che permisero l'arrivo della dittatura fascista.
1 commento:
A ROMA L'8 LUGLIO!!!
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