Numeri.
Numeri freddi e impersonali.
Numeri e statistiche per quantificare, catalogare, e spiegare meglio.
Ma certe statistiche sono fatte con il sangue, la carne e la vita stessa degli uomini ed i numeri da soli non riescono a rendere conto del dolore e della disperazione in essi contenuti.
A Taranto la percentuale di tumori e' enormemente aumentata negli ultimi anni. L'anno scorso hanno dovuto abbattere greggi interi di pecore che
mangiavano erba piena di diossina e producevano latte tossico con cui si faceva un formaggio ancora piu' tossico.
Tutto questo ha un nome solo: Ilva.
L'Ilva e' appoggiata direttamente sulla citta', con affianco l'altrettanto nefasta raffineria.
L'Ilva e' fuorilegge da anni, per far continuare la produzione c'e' voluta una legge che innalzava il limite di diossina a livelli impensabili, dai suoi camini negli anni scorsi sono passate tonnellate di veleni che il vento ha depositato in forma di polvere rossastra sui terreni intorno, sul quartiere della citta' a ridosso del centro industriale, nei parchi giochi, nelle narici degli uomini e delle donne, nel latte che le mamme danno ai loro bambini.
Uomini, donne e bambini che poi si ammalano di tumore.
E diventano numeri e statistiche. Numeri e statistiche che anche se dicono che a Taranto i tumori nei bambini sono piu' del doppio della media nazionale, da soli non potranno mai raccontare lo strazio di madri con bimbi talmente gonfi di chemio da non poter nemmeno parlare, uomini col corpo violato dal bisturi che ha portato via polmoni, intestini e corde vocali, lasciando brandelli di qualcosa che ti ostini ancora a chiamare vita, ma che vita non e'.
Taranto e' una citta' che sta morendo moralmente, intellettualmente e fisicamente, incapace di liberarsi dall'abbraccio mortale e venefico del siderurgico.
Fra pochi anni, quando saranno costretti a rispettare la legge, i Riva chiuderanno l'Ilva lasciando alle loro spalle solo una scia sanguinosa di disperazione in nome del Dio del profitto e del capitale, in nome dei numeri, fatturato costruito sui tanti morti di tumore, altrettanti numeri e statistiche.
Numeri freddi e impersonali.
Numeri e statistiche per quantificare, catalogare, e spiegare meglio.
Ma certe statistiche sono fatte con il sangue, la carne e la vita stessa degli uomini ed i numeri da soli non riescono a rendere conto del dolore e della disperazione in essi contenuti.
A Taranto la percentuale di tumori e' enormemente aumentata negli ultimi anni. L'anno scorso hanno dovuto abbattere greggi interi di pecore che
mangiavano erba piena di diossina e producevano latte tossico con cui si faceva un formaggio ancora piu' tossico.
Tutto questo ha un nome solo: Ilva.
L'Ilva e' appoggiata direttamente sulla citta', con affianco l'altrettanto nefasta raffineria.
L'Ilva e' fuorilegge da anni, per far continuare la produzione c'e' voluta una legge che innalzava il limite di diossina a livelli impensabili, dai suoi camini negli anni scorsi sono passate tonnellate di veleni che il vento ha depositato in forma di polvere rossastra sui terreni intorno, sul quartiere della citta' a ridosso del centro industriale, nei parchi giochi, nelle narici degli uomini e delle donne, nel latte che le mamme danno ai loro bambini.
Uomini, donne e bambini che poi si ammalano di tumore.
E diventano numeri e statistiche. Numeri e statistiche che anche se dicono che a Taranto i tumori nei bambini sono piu' del doppio della media nazionale, da soli non potranno mai raccontare lo strazio di madri con bimbi talmente gonfi di chemio da non poter nemmeno parlare, uomini col corpo violato dal bisturi che ha portato via polmoni, intestini e corde vocali, lasciando brandelli di qualcosa che ti ostini ancora a chiamare vita, ma che vita non e'.
Taranto e' una citta' che sta morendo moralmente, intellettualmente e fisicamente, incapace di liberarsi dall'abbraccio mortale e venefico del siderurgico.
Fra pochi anni, quando saranno costretti a rispettare la legge, i Riva chiuderanno l'Ilva lasciando alle loro spalle solo una scia sanguinosa di disperazione in nome del Dio del profitto e del capitale, in nome dei numeri, fatturato costruito sui tanti morti di tumore, altrettanti numeri e statistiche.
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