lunedì 30 novembre 2009

A mio figlio



Il tuo sguardo e' sfuggente, dietro le lenti della montatura in metallo.
Avresti da farmi mille domande, ma riesci a malapena a smozzicare due frasi da cui capisco che per la prima volta hai un appuntamento con una ragazza, voi due da soli al di fuori dello schermo protettivo della compagnia degli amici.
Voi due soli, senza rete.
In giro per il centro di Milano di sabato pomeriggio, quindici anni ed il cuore gonfio di speranza e timore sopra i pantaloni a vita bassa.
Mi hai chiesto di sistemarti le basette, perche' i pochi peli che hai sulle guance li togli da solo come ti ho gia' fatto vedere, ma le basette sono importanti per te, devono avere forma e dimensione adeguata, non alla portata di un principiante del rasoio.
E poi ti vedo fare avanti e indietro fra il corridoio, il bagno e la camera, provando e riprovando maglioni, felpe e camicie.
Tu che fino a ieri ti vestivi pescando a caso con la mano senza nemmeno guardare nel cumulo di vestiti di fianco al tuo letto, guardi l'accostamento con i pantaloni, con le scarpe. Alla fine decidi per una felpa con cappuccio blu e bianca Londonsale, giaccone Levis blu scuro e scarpe Nike nere.
Poi cominci coi capelli, continui a spostare il ciuffo con infiniti tocchi, fino a predisporre un perfetto finto disordine trasandato.
Ti lavi i denti piu' e piu' volte, piu' di quante volte fai di solito in una settimana sotto terribili minacce .
Ed ora il profumo.
Ti allunghi verso il ripiano piu' in alto, dove ci sono i miei. Annusi una ad una le boccette ed alla fine ti fai il bagno con Allure.
Ti fermi un'ultima volta a considerare l'insieme e ti accorgi che ti sto guardando. Bofonchi qualcosa che vorrebbe dire "Come sto?" arrossendo con disperata tenerezza.
E mentre ti allungo l'obolo settimanale che finanziera' il tuo primo pomeriggio con filarino, ti dico con accento ironico che sei una bomba e che cadranno tutte ai tuoi piedi, mentre in realta' vorrei solo abbracciare quel bambino di un anno che fece i suoi primi passi incerti quattordici anni fa verso le mie braccia e che ora corre incontro al mondo e dirti "Prendilo, e' tuo."
Ti vedo andare via dalla finestra, mentre affretti il passo.
Scommetto che tu e la tua scia di profumo arriverete in clamoroso anticipo e che riderai imbarazzato, che nasconderai gli sguardi teneri, mentre cerchi le prime risposte alla vita muovendoti con infinita, disperata e adorabile goffaggine.




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1 commento:

improbabile ha detto...

che infinita tenerezza suscita questo post...quanti ricordi..sembra sempre ieri, quando volgi la testa al passato... mi rivedo ragazzina prima e giovane madre poi..Si, il tempo vola..li vediamo crescere e bisogna imparare a convivere con l'idea che un giorno andranno via da noi. E anche se è giusto che sia così, una sottile malinconia mi accompagna.