mercoledì 8 settembre 2010

Unita' d'Italia, c'e' da festeggiare?



Fra pochi mesi ci saranno i festeggiamenti per i 150 anni dell'unita' d'Italia, ma e' davvero il caso di festeggiare?
Sicuramente se lo chiedono anche i fasciorazzisti della Lega, ma sicuramente per motivi totalmente opposti ai miei.
Anni fa, in un mercatino d'antiquariato, comprai una fotografia originale di Garibaldi.
Nella foto lo si vede nella classica divisa con i bellissimi stivali ricamati ed il classico copricapo. Appare stanco e con un'aria di disarmo.
La foto campeggia ancora su un muro di casa mia, ma ogni volta che la guardo, un groviglio di nuovi e vecchi sentimenti mi stringe l'anima.
Fin da quando ero un bambino delle elementari, ho sempre provato un grande interesse per l'eroe nato a Nizza. Le sue gesta portentose in giro per il mondo, avevano colpito la mia fantasia come un'esplosione di fuochi d'artificio.
Ma da un po' di anni, quello che dovrebbe essere il suo merito maggiore, l'unificazione dell'Italia, non mi appare piu' come un gesto estremamente coraggioso e patriottico.
E' successo che ho scoperto che l'unificazione, non fu un atto voluto a furor di popolo da tutti gli italiani, ma una conquista coloniale da parte degli italiani del nord ai danni di quelli del sud.
Con tanto di stragi di decine di migliaia di civili, paesi rasi al suolo, stupri e saccheggi, leggi speciali che permettevano ai soldati piemontesi di uccidere chiunque volessero.
Stragi a Pontelandolfo, Casalduni, Palermo, e molti altri posti.
I cosiddetti "briganti" altro non erano che resistenti partigiani, che combattevano un invasore feroce e avido.
All'epoca i Savoia e Cavour avevano portato sull'orlo del fallimento le finanze del regno dissanguandosi nelle guerre contro gli austriaci, mentre al sud i Borboni avevano accumulato nelle casse dello Stato un tesoro immenso.
Tesoro che fu saccheggiato dagli invasori e che servi' anche a pagare quasi tutti i comandanti dell'esercito borbonico che si vendettero al nemico senza combattere.
Il risorgimento al sud fu solo un sogno romantico di pochi nobili e ricchi borghesi, il popolo non fu mai coinvolto ma subi' solo il peggioramento enorme delle condizioni che diedero vita al brigantaggio.
I piemontesi smontarono tutti i migliori opifici del sud, distrussero l'economia azzerando l'economia e tutte le eccellenze come l'impianto siderurgico di Morgiana in Calabria che fu smontato e portato al nord, nel bresciano.
Lo sapete che la prima ferrovia non d'Italia ma d'Europa, la Napoli-Portici, fu costruita dai Borboni con l'acciaio di Morgiana? E cosi' anche il primo ponte sospeso in acciaio al mondo fu fatto dai Borboni con l'acciaio di Morgiana, Calabria la terra che oggi appare dimenticata dal governo da secoli?
E che sempre sotto i Borboni ci fu il primo esempio di cassa assistenza e malattia per i lavoratori?
Quindi, chi deve festeggiare l'Unificazione?
Il Sud che fu distrutto politicamente, moralmente e finanziariamente?
O il Nord che dopo averlo saccheggiato, lo considera oggi una palla al piede da staccare?

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