domenica 26 settembre 2010

Villoni e casette



Dunque parliamo di case date/acquisite a prezzi di favore.
Il pornoduce accusa Fini di aver fatto avere (ammesso e non concesso che sia cosi') un appartamento fatiscente, da ristrutturare, di appena 50 mq, a prezzo di favore.
Questa sarebbe la grande prova di disonesta' di Fini.
Ora, non voglio parlare per ora di tutto l'enorme fardello di malefatte che pesa sul diversamente onesto presdelcons, dagli inizi con la Banca Rasini della mafia, alla P2, alle tangenti pagate a Craxi per far prosperare le sue aziende, agli ultimi rivoltanti acquisti di parlamentari.
Voglio solo raccontare la storia vera e provata della residenza principale di questo mascalzone che ha imparato ad usare le lusinghe, i manganelli mediatici e le minacce mafiose per prosperare.

"L'ultimo Casati-Stampa, il marchese Camillo, morì suicida a Roma, nel 1970, dopo avere ucciso la moglie e il giovane amante in una brutta storia che fece epoca nelle cronache del tempo. Ma oltre a dare motivo di chiacchiere alle gazzette, il marchese aveva lasciato una figlia minorenne (nata a Roma il 22 maggio 1951, quindi all'epoca dei fatti 19enne ma minorenne perché la maggiore età era fissata a 21 anni), Annamaria Casati Stampa, e grandi sospesi con il fisco. L'ereditiera Annamaria, avendo nel frattempo lasciato l'Italia per il Brasile, su consiglio del suo pro-tutore, l'allora giovane avvocato Cesare Previti, accettò una volta divenuta maggiorenne di vendere l'intera proprietà San Martino nel 1974 all'allora imprenditore edile Silvio Berlusconi (la villa, completa di pinacoteca, biblioteca di 10mila volumi - per curare i quali venne assunto come bibliotecario Marcello Dell'Utri - arredi e parco con scuderia in cui fu assunto come stalliere il boss mafioso Vittorio Mangano, era all'epoca valutata per il solo bene immobile circa 1.700 milioni di lire [5]) in cambio della cifra, molto inferiore alla valutazione, di 500 milioni di lire [6] in titoli azionari (di società all'epoca non quotate in borsa), pagamento dilazionato nel tempo.[7][8] L'ereditiera non riuscì a monetizzare, se non con un accordo con gli stessi Previti e Berlusconi, che li riacquistarono per 250 milioni, ossia la metà di quanto avrebbero dovuto valere[9].
All'inizio degli anni ottanta la proprietà fu valutata garanzia sufficiente ad erogare un prestito di 7,3 miliardi di lire.[10]."

Capito? Il giovane avvocato, ma gia' dall'animo schifoso, tutore della minore, invece di favorirla, non solo fece vendere il villone al puttaniere per una cifra ridicola, 500 milioni di lire anziche' i 7 miliardi di lire della valutazione reale, ma il pagamento fu fatto con azioni invendibili che poi il pidduista riacquisto' dalla malcapitata contessina per la meta', ossia solo 250 milioni di lire.
E questi adesso fingono di indignarsi per la casetta di Montecarlo del cognato di Fini?
Ma va la', va la', va la'..




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2 commenti:

Profilo_di_Donna ha detto...

Ecco, parliamone, sì..:-)

Rigitans ha detto...

pornoduce...hahahaha! un saluto, Rigitans