venerdì 2 marzo 2012

Non chiamatelo Sport

Il calcio a livello professionistico, e non solo purtroppo, non ha piu’ nulla a che vedere con lo sport nel senso piu’ alto del termine.
E’ una guerra per bande.
I valori sportivi come la lealta’, il rispetto dell’avversario, il rispetto delle regole e soprattutto l’onesta’ intellettuale, sono scomparsi completamente.
La cosa piu’ importante e’ che la propria banda vinca, oppure al massimo, che la banda rivale perda.
Non importa in che modo, non importa a che prezzo, tutto e’ sacrificabile sull’altare della vittoria.
E cosi’ Buffon che dice che non avrebbe mai aiutato l’arbitro non e’ altro che un componente del Clan che accetta la gogna mediatica perche’ sa che nella sua banda guadagnera’ un rispetto incredibile, che tutti sappiano che per la sua banda e’ disposto a sacrificare l’onore sportivo.
E nei forum dei tifosi il vero pensiero e’ questo ”Che goduria!”.
Si, perche’ l’italiano in generale, ed il tifoso di calcio in particolare, e’ felicissimo quando vince al 90 su un rigore che non c’era, o con un gol di mano.
E’ contento di aver fregato gli avversari e soprattutto le regole, e’ piu’ forte di lui. Quindi smettiamola di andare a cercare modelli di comportamento ed esempi di sportivita’ nel calcio, la legge non scritta della guerra per bande non lo permette, mai. 




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