martedì 8 settembre 2009

La protesta operaia ai tempi di papi.


Anche la protesta dei lavoratori si e' adeguata a questi tempi.
Prima chi saliva sul Colosseo era un matto, una macchietta da commedia all'italiana oppure era una spettacolarizzazione organizzata e fintamente spontanea a Sanremo.
Oggi, dopo il caso dell'Innse, sta diventando la regola.
D'altronde hanno anche ragione, i sindacati sono quasi muti, la storica alleanza con gli studenti e' scomparsa, gli imprenditori pensano solo a svendere l'azienda per salvare il portafogli, chi volete che si fili gli operai, i precari della scuola se si limitano alle solite manifestazioni? Giusto Raitre, almeno fino a quando non sara' "normalizzata" e la questura per dimezzare la stima del numero dei manifestanti.
E allora saliamo sul Colosseo, sulle gru, sui palazzi del potere, drammatizziamo la protesta per adeguare il livello sonoro al chiasso che ci circonda ovunque, da certa Tv a certi giornali, dal vippame che sbarca con i mezzi anfibi sulle spiagge protette in Sardegna, alla Grotta Azzurra invasa dai liquami di scarico.
Tutto adeguato a questi tempi di pura follia, in cui la normalita' sta diventando impossibile e chi non grida e' solo uno sfigato.


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