A volte nell'aria ci sono vibrazioni che persone completamente diverse, che vivono in citta' diverse vite diverse e che non si conoscono, colgono insieme e creano qualcosa che e' il frutto delle vibrazioni emesse dal momento politico, economico e sociale.
Nella seconda meta' degli anni '70, nello stesso momento a New York negli States ed a Londra in Inghilterra, gruppi di aspiranti musicisti sentirono all'unisono che non sopportavano piu' quello che era diventato una larga parte del Rock in quegli anni. Emblema e bersaglio principale di questa avversione, erano i Pink Floyd che con i loro lunghissimi e complicati brani, pieni di effetti speciali, di virtuosismi strumentali ipnotici e masturbatori, tendenti ad invischiare l'ascolto in una spirale senza fine, avevano spinto il rock su un piano difficilmente riproducibile da musicisti in erba al chiuso delle cantine.
Ed ecco la ribellione, il ritorno alle origini del rock, pochi, anzi pochissimi accordi, giri di chitarra e basso elementari, che uniti ai testi pieni voglia di ribellione alle condizioni sociali del proletariato e sottoproletariato, produssero i Ramones, Patti Smith, i Sex Pistols, i Television, i Clash e la loro musica piena di rabbia, energia e nichilismo.
Era l'alba del Punk.
2 commenti:
E io c'ero. Però Patti Smith non c'entrava niente col punk. Un pensiero riconoscente anche agli sconosciuti ma esaltanti esponenti del punk politico come i Crass, gli Omega-Tribe, gli Anti-pasti. Rifiutando ogni compromesso con l'industria discografica, praticamente li conoscevano solo i lettori delle fanzines autoprodotte.
Ciao!
Hai ragione Gan, Patti Smith non entra nel Punk piu' ortodosso ed iconografico. Pero' con la sua musica essenziale, quasi tribale, ha contribuito a creare il clima musicale da cui e' nato il Punk. Io le darei un titolo di zia.. ;-)
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