giovedì 22 gennaio 2009

Barack e baraccati.

Obama, ha subito smantellato la vergogna di Guantanamo ed ha ribadito che in nome della paura non verranno piu' sacrificati i valori della giustizia e della liberta'. Un primo passo coerente con il discorso del giuramento, che promette di smantellare tutte le azioni nefaste poste in atto da Bush in nome dell'ansia da terrorismo. Prossimo passo, il ritiro dall'Iraq la cui invasione fu dichiarata adducendo prove false sulle presunte armi di distruzione di massa, come poi ha confessato lo stesso Bush. Se il buongiorno si vede dal mattino..

Se invece guardiamo in casa nostra, il confronto con i nostri politici e' avvilente. Innanzitutto bisogna che qualcuno avvisi Veltroni e soci che il Partito Democratico italiano non c'entra una beata con quello americano, che la smettano di festeggiare come se fossero stati eletti loro.

Ma si sa che questa e' la solita sindrome di "Happy Days" , che gli appiccico' Nanni Moretti con una battuta memorabile in un suo film, che afflige Veltroni. Si crede ancora un apostolo di John Kennedy, ma quando si presenta come "nuovo" appare come un uomo "maturotto" che vuole vestirsi come un sedicenne.

Di Obama in Italia non ne vedo.
Chi puo' portare quella ventata di freschezza, novita' e vitalita' che negli States ha portato Obama per seppellire il passato?

La destra e' fuori gioco in partenza, le uniche novita' che vuol portare sono il solito egoismo becero della Lega e le ennesime leggi per preservare il nostro diversamente onesto premier. Ora tocca alle intercettazioni e domani a tutta la giustizia messa al guinzaglio del governo.

A sinistra (si puo' chiamare cosi? Io non credo) ci sono i soliti da decenni.
Rutelli, D'Alema, Fassino.. gente che ha perso tutte le battaglie, tutte le guerre, che ha distrutto la sinistra e consegnato l'Italia al leader delle barzellette, il piazzista di Arcore.

Insomma davanti a Barack, siamo solo baraccati.


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5 commenti:

SandalialSole ha detto...

si.. baraccati e precari. sull'orlo del precipizio. oppure con la pala in mano, pronti a scavare quando ci eravamo illusi che forse il fondo lo avevamo già toccato.

Io Obama lo aspetto alla prova dei fatti, ma la notizia di Guantanamo è comunque un primo passo. Uno alla volta, in avanti, però.

Anonimo ha detto...

io penso che:
- alla presenza di 2 milioni di persone (2 milioni!) durante il giuramento, si sentivano gli uccelli che cantavano
- primo passo: chiusura di Guantanamo
- la promessa del ritiro delle truppe dall'Iraq
- la telefonata ad Abu Mazen

e poi penso a noi, all'Italia, alla nostra "classe dirigente", all'assoluta assenza di prospettive, di novità, di VOLONTA'.

e mi deprimo fortemente.

non sono mai stata filo-statunitense e credo che non lo sarò mai, ma in momenti come questo, capisco che è un Paese che, archiviati i brutti momenti, ha anche la capacità e soprattutto la volontà di voltare pagina. o almeno di provarci.

Enzo Patronelli ha detto...

@ sandali
passi nella direzione giusta, miti! Cosi' magari dopo anni potrò fare un post positivo sugli States e far contento il nostro amico commentatore italo-californiano, il brigante. :-)

Enzo Patronelli ha detto...

@ Moisimplement
il problema che impedisce il cambiamento politico in Italia, e' che i politici si sono creati una sequela di leggi e situazioni, per cui col potere generano altro potere ed e' impossibile schiodarli da li'. Al massimo 2 legislature per tutti, e poi a casa.

Susanna ha detto...

Hai visto come sono pappa e ciccia col governo di destra, ora?
Che disgusto...
gatta susanna