lunedì 17 agosto 2009

Va pensiero, sulle osterie dorate.


Strano destino quello di Giuseppe Verdi e la sua musica, da protagonista, abbastanza involontario, del risorgimento che porto' all'unita' d'Italia, a simbolo della Lega d'osteria di oggi che quell'Italia vuole spaccare.
I patrioti italiani della meta' del 1800 scrivevano "Viva V.E.R.D.I." (Viva Vittorio Emanuele Re D'Italia) per inneggiare ad una Italia finalmente unita ancora di la' da venire.
Ed ancora nel coro del "Nabucco", il "Va pensiero", i patrioti italiani si identificano totalmente nel coro degli ebrei costretti a lasciare la patria (Oh mia patria si bella e perduta!).
Ed ecco che oggi il "Va pensiero" lo troviamo in bocca a personaggi demenziali come Bossi e Calderoli, che starebbero molto meglio in una osteria di terz'ordine a vuotare fiaschi, che vorrebbero imporlo come nuovo inno italiano. Come al solito la Lega di questi grotteschi masanielli gonfi di grappa, invece di pensare alla crisi economica che in autunno portera' un'ondata di sangue e dolore per moltissimi italiani, non trovano null'altro da pensare che gli inni ed gli esami di dialetto per gli insegnanti. Quando i nordici si troveranno senza lavoro e senza soldi, potranno cantare in osteria il nuovo inno con Calderoli o cercare conforto parlando con un insegnante con quattro quarti di polentosita'.



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2 commenti:

Susanna ha detto...

Il fatto è che a nessuno frega qualcosa dell'inno, ai legaioli men che meno. Gli è che fanno un po' di polverone per coprire le malefatte del loro padrone Berlusconi, che mentre noi litighiamo per una canzone, fa approvare leggi una più iniqua dell'altra, tra l'indifferenza (quasi) generale.

Enzo Patronelli ha detto...

Gli e' che l'assuefazione al peggio ha coinvolto quasi tutti. Tutto sembra normale e possibile. Non si alza piu' nemmeno il sopracciglio.