Quando Veltroni fondando il Pd disse che il suo viaggio politico cominciava a Barbiana e che il suo ispiratore principale era Don Milani, io feci un post in cui dicevo che fondando un partito che si proponeva di raccogliere l'eredita' della sinistra era perlomeno inopportuno, con tutto il rispetto per Don Milani che comunque si distingue dagli altri cattolici, ispirarsi ad una figura così fortemente connotata dalla religiosità. E molto modestamente scrissi anche alla buonanima di Uòlter, ovviamente non rispose nessuno, esprimendo questa perplessità e proponendo, perlomeno di affiancare come apice del Pantheon, la figura dalla statura morale altissima di Giuseppe Di Vittorio, un vero eroe di tutti i lavoratori.
Da sempre sono un grande estimatore di Giuseppe Di Vittorio, un uomo che ha sempre creduto profondamente in quello che faceva, nel difendere i diritti dei lavoratori senza prestarsi ai giochi dei partiti, alle lusinghe del potere.
Quando i carri armati di Mosca spezzarono la primavera di Praga, disse: "Fra i carriarmati e gli operai, noi preferiamo sempre gli operai." facendo infuriare Togliatti.
Quando i carri armati di Mosca spezzarono la primavera di Praga, disse: "Fra i carriarmati e gli operai, noi preferiamo sempre gli operai." facendo infuriare Togliatti.
Rai Uno ha realizzato uno sceneggiato in due puntate sul grande sindacalista della Cgil chiamato "Pane e Libertà". Un titolo che richiama il bellissimo film di Ken Loach "Terra e Libertà" sulla guerra civile in Spagna a cui partecipò anche Giuseppe Di Vittorio. Il 15 e 16 marzo RaiUno ore 20.45, una delle poche occasioni in cui conviene restare incollati al video.
6 commenti:
Secondo me Veltroni non ti ha risposto perchè non sapeva chi fosse Di Vittorio. Lo scoprirà davanti alla tv, troppo tardi. Max.blogspot.com
A Veltroni allora consiglierei di leggere anche il libro che raccoglie i suoi carteggi
("Caro papà Di Vittorio", ed.Guerini); molto interessante. Eugenio
ieri sera me lo sono guardato, devo dire che, a parte qualche scena un po' troppo romanzata, ho trovato che sia molto ben fatto.
e confesso che ho imparato anche qualcosa.
x Moisimplement: sono daccordo, anch'io l'ho trovato ben fatto, ma un po' troppo romanzato; è proprio per questo che consiglio il libro della Bergamaschi, che raccoglie le reali testimonianze di quei lavoratori che si rivolgevano a Di Vittorio, perché vedevano in lui l'unica personalità in grado di ridare dignità al loro lavoro...certo nel libro mancano le musiche di Morricone ;-( Eugenio
stamane ho letto la critica di Aldo Grasso sul Corriere, che ha definito "agiografica" la fiction.
però dai, secondo me, in due puntate, se vuoi farci stare tutto tutto, un po' quel rischio lo corri no?
Ho ritrovato attualissimo l'ultimo richiamo di Di Vittorio ad un sindacato libero dai partiti ed al diritto di sciopero senza limitazioni. Per il resto era un pò troppo lacrimoso come le musiche di Morricone.. Ma d'altronde era su raiuno.. ;-) comunque è stato importante far conoscere quei valori oggi in larga parte in pericolo, a cominciare dall'antifascismo.
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